Il Presidente dell’associazione che riunisce 1.300 farmacie nelle 7 province venete richiama l’attenzione sui rischi legati alla piattaforma informatica

RICETTA PAPERLESS, FEDERFARMA VENETO: «SOSTENIAMO SPERIMENTAZIONE PER L’ECCELLENZA, MA NON SI METTA A RISCHIO IL SERVIZIO AGLI UTENTI»

Fontanesi: «Garantiamo massima collaborazione alla Regione, ma la nostra priorità sono i servizi essenziali – soprattutto a chi necessita di farmaci urgenti»

Tutelare la privacy di ogni utente, ma senza compromettere l’operatività delle oltre 1.300 farmacie che garantiscono ogni giorno un servizio essenziale a quasi 5 milioni di cittadini del Veneto. È questa, in sintesi, la visione che FEDERFARMA VENETO ha manifestato alla Regione con riferimento alla sperimentazione avviata per l’eliminazione della ricetta cartacea.

«Il nostro sistema ha risposto con prontezza alla proposta della Regione e abbiamo dato immediatamente la disponibilità alla sperimentazione – rimarca Alberto Fontanesi, Presidente di Federfarma Veneto – Siamo favorevoli all’introduzione di innovazioni orientate all’innalzamento degli standard di servizio agli utenti, ma proprio per questo abbiamo portato ai tavoli tecnici alcune osservazioni specifiche che confidiamo vengano accolte».

Federfarma chiede dunque che i propri associati che hanno aderito alla sperimentazione possano lavorare nel pieno rispetto delle regole della privacy – allineandosi dunque all’appello della Federazione dei medici di famiglia di Treviso -, ma sottolinea la necessità di mettere al centro il servizio ai cittadini/utenti. «Ci sembra condivisibile chiedere il rispetto della privacy, in conformità con la normativa esistente – chiarisce Fontanesi – e in questo senso credo che gli strumenti informatici consentiranno di trovare una soluzione adeguata. Quello che più ci preme è però la funzionalità dell’intero sistema e garantire l’operatività delle farmacie con la dematerializzazione delle ricette. Se la piattaforma non risultasse affidabile e saltasse uno dei nodi di collegamento, a rimetterci è l’utente e in particolare chi ha bisogno di ricevere farmaci con urgenza».

La distribuzione del farmaco è infatti un servizio primario e in molti casi vitale per gli utenti. Se dunque con il “promemoria” cartaceo che oggi il medico di famiglia consegna al paziente ogni singolo farmacista può risalire alla ricetta elettronica e dunque fornire il farmaco, quando la trasmissione delle ricette sarà integralmente paperless e “appoggiata” sulla tessera del codice fiscale allora tutto funziona finché la piattaforma informatica regge. Dalle prime sperimentazioni risulta evidente che i gap di connettività sono in parte imputabili alla rete e in parte al sistema SAR regionale e ai nodi telematici interni alle Asl, che hanno mostrato delle debolezze. «Le farmacie venete ad oggi sono adeguatamente attrezzate sul piano dell’informatizzazione – spiega il presidente dell’associazione che riunisce le farmacie private del Veneto – ma nel caso di problemi di interconnessione nel sistema viene a mancare la possibilità di erogare il servizio. Ecco, noi chiediamo di concentrare l’attenzione sulla funzionalità del sistema, perché senza quella sono a rischio prestazioni essenziali».

È una garanzia che i farmacisti veneti hanno chiesto alla Regione per poter implementare il nuovo servizio. «L’introduzione della ricetta paperless è un’opportunità che conferma l’eccellenza del sistema sanitario del Veneto – chiosa Fontanesi – ma proprio per questo la piattaforma deve essere eccellente. E proprio a livello regionale è necessario identificare le procedure per superare eventuali criticità del sistema, prima di implementarlo su scala generale».

Perché in farmacia, primo presidio socio-sanitario sul territorio, non è pensabile una “interruzione di servizio” nel giorno in cui saltasse la connettività. «Per il buon funzionamento dei processi di servizio al cittadino, risulta cruciale la collaborazione tra i medici di famiglia e specialisti e le farmacie – conclude il presidente di Federfarma Veneto – Sicuramente la Regione rivolgerà piena attenzione a questi nodi delicati, per evitare in primis che gli utenti soffrano ripercussioni negative, soprattutto nei casi urgenti. Attendiamo la definizione di un protocollo da parte della Regione che garantisca i parametri entro cui possono operare con continuità e sicurezza i professionisti coinvolti nella sperimentazione, mantenendo l’eccellenza del servizio».